Marroncino, la piccola nutria del Ticino
Una favola di Karen Cruz
Con tanto impegno hanno costruito la loro diga, la loro tana delimitando un laghetto sicuro e hanno fatto crescere una bella famiglia.
Prima di giungere al naviglio la famiglia era già molto unita, aveva superato tante difficoltà: quando il fiume con la sua forza aveva distrutto la loro tana ben due volte nello stesso giorno, e anche se erano stanchi mamma e papà si aiutarono a vicenda riuscendo a sistemare sempre tutto.
Marroncino è stato sempre un cucciolo molto allegro e giocherellone.
Ma da un pò di tempo la sua famiglia è cambiata e non riesce a capire come sia accaduto, per cui a volte prova tanta tristezza e altre tanta rabbia da mettersi a litigare anche con i suoi fratelli, così come hanno iniziato a fare ai suoi genitori tra di loro già da un certo tempo giorno dopo giorno.
I litigi erano così frequenti, che un giorno la mamma ha chiesto al papà di andare via. I cuccioli sono rimasti perplessi quando lui se ne è andato e poi ha iniziato a costruire una nuova tana dove il fiume scorre verso sud.
Per i fratelli nutria questo è stato una situazione nuova, veramente strana, e si sentivano anche un pò in colpa per le litigate di mamma e papà. Immaginavano che fosse per colpa loro che i loro genitori litigavano fino al punto che il loro padre se ne era andato.
Marroncino vedeva sua madre piangere di nascosto, e quando questo accadeva anche a lui veniva voglia di piangere. A volte pensava che fosse colpa della mamma, altre volta pensava che fosse colpa del padre, altre ancora pensava che osse colpa dei suoi fratelli, ma più spesso pensava che fosse colpa sua.
Un giorno si era allontanato dalla tana materna ed era andato a vedere di nascosto il padre lavorare nel suo nuovo rifugio, quando all’improvviso una rondine gli si avvicinò a domandargli: “Cosa fai di bello?”
Marroncino la guardò triste e non riuscendo a trattenere le lacrime rispose: “Lui è mio padre, ma adesso si è allontanato da noi, che siamo la sua famiglia, e io sono molto triste.”
La rondine commossa iniziò a fargli le carezze sulla testa col suo becco e quando Marroncino smise di piangere gli disse: “Ascolta, piccolo, io ho viaggiato tanto nel mondo e conosco tanti diversi tipi di famiglie, a volte vedo famiglie dove ci sono i nonni a prendersi cura dei cuccioli, altre volte ho visto soltanto mamme da sole che curano i figli, ho visto anche grandi famiglie con nonni, zii, fratelli, cugini che vivono tutti insieme ed ho anche visto mamma e papà che vivono in tane, case, luoghi diversi, ognuno nel suo spazio, ma questo non vuol dire che i tuoi genitori non ti vogliono bene”.
E aggiunse: “Io abito nel bosco, il mio nome è Rondi quando avrai bisogno d’un amico possiamo parlare” e si alzò veloce in volo garrendo.
Proprio in quell’attimo Papà Nutria alzò lo sguardo e vide Marroncino. Il suo sguardo mostrava un accenno di rabbia perché Marroncino era andato da solo.
La mamma, non vedendolo più nella loro tana sicuramente si sarebbe preoccupata. Papà nutria capendo Marroncino
che aveva bisogno di lui, si avvicinò per abbracciarlo.
Gli mostrò la sua nuova tana dicendogli: “Potrai venire qui sempre, ogni volta che lo desideri, ma devi farlo con il permesso della mamma”.
Il padre accolse il suo cucciolo sulla schiena e nuotarono insieme lungo il fiume fino ad arrivare alla tana della mamma, che era già in apprensione e fece un sospiro di sollievo al vederlo arrivare col padre.
Quella sera mamma e papà nutria decisero di parlare con i cuccioli spiegando loro che anche se non vivono tutti insieme non vuol dire che l’amore è dei loro genitori sia cambiato, e continueranno ad essere una famiglia.
Mamma e Papà abiteranno a distanza solo per non litigare in continuazione, ma continueranno a essere i loro genitori con lo stesso amore di sempre.
Da quella sera Marroncino, rasserenato, fa spesso visita a suo padre nella sua nuova tana, e continua a incontrare anche il suo caro amico “Rondi”, che gli racconta tante storie dei suoi viaggi per il mondo.

Karen Cruz
Mi chiamo Karen Cruz sono una psicologa e di origine cilena. Sono sposata e mamma di un ragazzo undicenne. Sono una innamorata della pedagogia.
Ho lavorato per 18 anni ho lavorato in ambito scolastico occupandomi di soggetti vulnerabili, di vulnerabilità, potenziamento creativo, educazione sessuale, disordini generalizzati dello sviluppo, diagnosi e tecniche per lavorare con bambini vittime di maltrattamenti e abusi sessuale.
Infine, però, più che tutto quando io possa avere studiato, quello che mi ha portato sempre avanti nel lavoro sia con i bambini che con i ragazzi e nel volontariato è la capacità di ascolto e di avere attenzione ai bisogni emotivi, che tante volte sono lasciati da parte.
Negli anni ho raccolto piccoli pezzi della vita dei miei utenti che conservo come dei tesori. Sono stati lo stimolo per iniziare a scrivere fiabe che permettano sia ai ragazzi sia ai genitori di ritrovarsi in una storia semplice che possa aiutare e favorire la riflessione su una particolare sperienza di vita.
Queste fiabe, perciò, hanno lo scopo di aiutare a capire che le situazioni che viviamo sono parte della vita ma che è necessario esternalizzare e parlare in un contesto sicuro e di fiducia per riuscire a superare il tutto in maniera equilibrata.
Ognuno di noi ha bisogno di un amico come Rondi nella vita…